Quando parlo con manager o imprenditori mi accorgo che spesso si parla dei dipendenti “spersonificandoli” quasi fossero pedoni inanimati da spostare e utilizzare per scopi più o meno produttivi.
Credo che questo sia un grosso limite perchè si perde di vista il “valore” che potrebbe essere utilizzato e messo a disposizione da tutti i dipendenti di molte aziende.
Essere in linea di produzione è frustrante e alienante, ma se motivi e dai “senso” a ciò che fai entri in una condizione “migliore” di accoglienza soprattutto se sai che ci sarà chi coglie e accoglie questo nuovo mettersi in gioco.
E’ di questo che parlo quando entro in azienda, al di la delle logiche asservite al mero guadagno e al mero utilizzo di “risorse” che possono essere sostituite.
Lavorare senza “spegnere il cervello” è la sfida da attuare, incominciando dalla capacità di condividere e non di ordinare, dalla capacità di accogliere completamente e dalla grande capacità (oggi poco utilizzata) di ascoltare.
E’ chiaro che in tutto ciò non bisogna perdere di vista gli obiettivi aziendali che una volta raggiunti portano energia e crescita non solo economica ma anche di soddisfazione personale.
Mi piace raccontare la storia dello scalpellino:
Il Papa in incognito va a visitare il cantiere dove si sta erigendo una cattedrale e si sofferma a parlare con diversi lavoratori chiedendo cosa stessero facendo e quale fosse la loro mansione.
Intervistò tre scalpellini …
Il primo rispose spacco le pietre
Il secondo rispose, aiuto con il mio lavoro la mia famiglia
Il terzo … sto costruendo la casa di dio
Chiudo dicendo che se dai un senso profondo a quello che fai non spaccherai mai pietre… e ascoltando le persone attiverai crescita per loro e per te stesso.
Hai detto una cosa sacrosanta, ma il punto fondamentale è anche sapere e manager dopo ver ascoltato tutte queste parole poi le mettono in pratica, sarebbe interessante prevedere anche un programma di feedback con le “risorse umane” …
Ciao
Emma
Infatti Maria Emma, creare sportelli di ascolto counselling in azienda sarebbe un modo per sviluppare meglio senso di appartenenza e ascolto.
Dalle persone dell’organizzazione o della produzione si possono trarre più indicazioni che da un consulente :))